Quando, dopo un girovagare per l’intera penisola, arrivai a vivere a Catania, per amore, non avevo tenuto conto di una protagonista assoluta della città: L’Etna.
Ho i natali in Sardegna: siamo gente poco avvezza ai terremoti ed alle eruzioni vulcaniche, e inizialmente il vulcano mi inquietava parecchio.
Oggi, quando viaggio lontano, mi manca.
L’Etna respira, e di notte, quando i rumori del paese calano, ed i sensi si fanno più acuti, mi lascio cullare dalla sua presenza.
Come è nato in me questo cambiamento? Naturalmente. Essendo innamorato di una siciliana, ho iniziato ad innamorarmi di Catania, con tutti i suoi pregi e difetti.
Se una entità aliena mi avesse teletrasportato a Catania in precedenza, e me l’avesse imposta come residenza, non avrei mai imparato a conoscerla ed amarla.
Lo stesso vale in azienda: se arrivate dall’alto e imponete dei cambiamenti, che siano la marca del caffè o il metodo di lavoro, otterrete una ribellione.
Il team sarà scontento per partito preso: non riuscirete a fargli digerire facilmente il nuovo status quo, rischierete perfino di perdere qualcuno, o peggio di perderne la lealtà.
Molti credono che introducendo un dirigente con un’ottima reputazione, si potrà far digerire al team qualsiasi cambiamento: niente di più sbagliato, non è la reputazione del dirigente a contare, ma come questo sa interfacciarsi col team di lavoro.
Credo che ogni “C LEVEL” debba avere molto alta la soft skill della negoziazione. Se si vuole imporre per esempio la propria metodologia agile al team (e deve essere imposta come prova da validare, ogni team è diverso), bisogna negoziarla in anticipo con tutti.
L’Etna può far paura, ma per amore ci si vive vicino. Così per un posto di lavoro dove si sa di contare davvero, si è disposti ad accettare anche una rivoluzione.
Un ultimo avvertimento però: se la vostra rivoluzione non funziona, non affezionatevi e rinunciateci senza pietà, non perderete la fiducia del team a ammettere un errore, invece la perderete a perorarlo.