Tutto è andato peggio possibile: un EPIC su cui si puntava tanto è stato un disastro, la validazione consiglia di gettare tutto alle ortiche, la vision era sbagliata; il cliente non vuole la nuova funzione; i manager sono nello sconforto più totale, il team è preoccupato e depresso.
A nessuno piace parlare dei propri fallimenti: o a far parte di un organismo che ne affronta uno. Tra i manager si cerca un capro espiatorio, qualcuno a cui dare la patata bollente. Nel team si iniziano a cercare aziende interessanti su LinkedIn.
Tutto questo è frutto di una cultura aziendale sbagliata. Una cultura che è fallimentare nel DNA.
Se tutte le aziende vincessero sempre ogni sfida, tutto il sistema sarebbe frutto di una simulazione del paradiso. Le azienda sbagliano, falliscono, perdono, esattamente come tutti noi. Le aziende sono frutto della cultura degli esseri umani che le compongono.
Assunto questo teorema, è evidente che errori, crisi, vision errate, percezione errata del mercato, sono solo degli possibili scenari di cui tenere conto quando si fonda la strategia aziendale.
Di fronte ad un fallimento, che non può essere totalmente distruttivo, in quanto ne sarà stata prevista la possibilità, l’azienda deve attivare il proprio piano di crisi: dialogare a tutti i livelli, comprendere l’errore, farne tesoro, trovare la strada corretta per proseguire. Perseverare senza mettere i rami in barca, e perfino pivotare se è l’unica via rimasta.
Se il team vedrà affrontare il fallimento con serenità e sicurezza, lascerà perdere LinkedIn e proseguirà la strada con voi: sperando di non incappare in una catena di errori, che romperà per sempre la fiducia nella dirigenza.
Come nella gestione “quotidiana” di un team sarà importante fornire a tutti un’informazione completa e senza segreti. Le persone che lavorano con voi sono come minimo intelligenti, e spesso rasentano il genio: prenderle in giro non vi darà alcun beneficio.
Appena affrontato un fallimento sarà necessario agire rapidamente e con fermezza, per ottenere un successo. Questo comporta di assumersi una maggiore percentuale di rischio, senza però arrivare alle imitazioni di Don Chisciotte contro i mulini.
Se tutte le cellule dell’azienda sapranno affrontarlo, il fallimento sarà solo un lontano ricordo formativo, dopo poche settimane.