La riflessione di oggi parte da un frammento di un sondaggio di Tidio che è rimbalzato su varie testate.
Questo sondaggio lascia molti spunti di riflessione, sia antropologici che per addetti ai lavori di informatica, robotica ed intelligenza artificiale.
Prendiamo ironicamente l’esempio di un blind-date con un robot ginoide, e vediamo a che punto siamo con la tecnologia.
Fingiamo che il nostro appuntamento abbia dietro una ginoide progettata e costruita da un’azienda interdisciplinare, chiamiamola Cybertronics, al top in tutte le tecnologie richieste, senza alcun limite di budget.
Poco tempo fa, Elon Musk ha presentato il concept di Tesla Bot, ne ho parlato in Personal Robot. Il modello di Tesla pare già abbastanza estremo ed avveniristico con le tecnologie attuali, ma possiamo immaginare che la nostra Cybertronics, vista la missione del blind date, cercherà di arricchirlo.
Partiamo quindi da un robot in grado di muoversi autonomamente nello spazio. Aggiungiamogli l’espressività di Sophia della Hanson Robotics, e diamogli forme più femminili.
La nostra azienda ha pensato a tutto: la nostra ginoide è equipaggiata come una DreamDoll, una bambola per il sesso tecnologica Made in France.
Ma andiamo al nostro appuntamento con… non le ho dato un nome, considerato che si tratta di un attrezzo infernale trovo appropriato Christine.
Come Christine sia arrivata all’appuntamento fingiamo di ignorarlo: probabilmente l’ha portata lì la Cybertronics con un furgone ricarica batterie.
Ci sediamo al tavolo, operazione che non sembra semplicissima per la ginoide, che ci impiega qualche minuto. Purtroppo la sua rete non poteva essere addestrata esattamente per quel tavolo, quella sedia, quel locale.
La discussione pare brillante: GPT3 è in grado di affrontare qualsiasi argomento. L’unico problema è un certo ritardo nella risposta e varie incomprensioni se le parole si accavallano o il discorso prende una piega non semplice.
Arriva il momento di ordinare: in questo si risparmia. La ginoide non beve e non mangia. Si poteva forse dotarla di appositi vani, ma sarebbe stato pericoloso: ricordiamoci che dentro è fatta di circuiti integrati, motori elettrici e batterie.
Dopo una triste serata in cui mangiamo da soli e lei parla di argomenti a caso, anche flirtando perché le è stato imposto nel prompt di GPT3, si decide di proseguire la serata: evitiamo la proposta di andare a ballare, per non causare crolli di batteria, feriti, comportamenti strani, e andiamo direttamente al dunque.
Nel mio caso, non avendo particolare voglia di provare il sesso con un tostapane, la saluterei, ma presumo che ci potrebbero essere umani più coraggiosi e di larghe vedute: tenete presente che per forza di cose avrà delle parti tutt’altro che molli a causa dell’hardware.
Buona era dell’amore con i robot, quando arriverà, per adesso credo che non siamo ancora pronti, e l’alternativa senziente e umana sia la migliore.