L’AI ha invaso le nostre vite su tutti i fronti: è entrata in ogni sfumatura del creato, consentendo vantaggi inimmaginabili in precedenza.
Si è fatta una reputazione, errata, da oracolo.
Ma, come dice l’uomo ragno, da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
I dubbi che pongo agli interlocutori che “bramano” una nuova AI per il loro business sono sempre gli stessi:
- L’AI è una soluzione migliorativa di quanto esiste già? Non c’è un processo deterministico più efficiente per fare la stessa cosa con risultati uguali o superiori?
- I dataset che userete possono essere ripuliti da tutti i bias anche inconsci che l’AI potrebbe apprendere suo malgrado?
- L’elaborazione necessaria ha dei costi: sono coperti dai vantaggi di utilizzare un’AI per questo processo?
- L’utilizzo della tecnologia ci permetterà di migliorare il mondo, anche di un infinitesimo, o lo peggiorerà? Abbiamo valutato possibili problemi?
- L’AI fungerà da consulente di un umano o lo sostituirà? Nel secondo caso che sistemi adotteremo per controllare l’etica della sua condotta?
- L’AI che useremo può spiegare il suo processo decisionale? Altrimenti, noi possiamo controllare che l’output risponda a tutte le specifiche etiche e di validazione neccessarie?
- Nel processo di adozione dell’AI è stato previsto un comitato di controllo, che compia ricerche costanti sulle mutazioni che causa nell’ambiente di lavoro e circostante?
- Si è posta la dovuta attenzione all’impatto ambientale della tecnologia, si è ottimizzato il consumo e deciso l’uso delle fonti opportune?
Ho discusso varie volte di AI, senza mai dimenticare gli aspetti etici ed ambientali: vi appunto alcuni articoli significativi.
- Intelligenza artificiale ed energia
- Intelligenza artificiale e salute
- Intelligenza Artificiale e emozioni.
- Intelligenza artificiale e calcolo: cambiamo approccio.
Ogni volta che vi viene chiesto di implementare una soluzione AI, rifletteteci sempre con rispetto per le sue possibili ricadute sociali ed ambientali.