In quasi tutta la fantascienza, il problema del linguaggio, è affrontato in due modi principali: un traduttore universale, o l’adozione di una lingua standard con cui parlare.
Molto tempo fa la seconda strada fu proposta e fallì miseramente con l’Esperanto, di questi tempi si è andato affermando l’inglese, ma pur essendo straordinariamente diffuso, non è ancora una lingua comune a tutto il mondo.
Con l’inglese oltretutto si va spesso incontro a slang, accenti incomprensibili, e immancabili incomprensioni culturali.
Mi è capitato alle volte di ricorrere ai sottotitoli in tempo reale sulle videochat per comprendere un interlocutore a me particolarmente difficile, per accento o velocità.
Sarebbe comodo poter parlare, e con l’avvento della realtà aumentata e di dispositivi adatti come degli smart glasses, leggere nella nostra lingua ciò che dice l’interlocutore in tempo reale.
Si potrebbe anche sentire direttamente l’audio tradotto in cuffia, ma la comunicazione sarebbe probabilmente più rallentata.
Comunicare più facilmente con persone che parlano lingue diverse, è sempre più necessario, immaginiamo alla nostra società sempre più melting-pot, alle decine di lingue per noi incomprensibili che sentiamo parlare ogni giorno.
Si potrà perfino parlare ognuno nella propria lingua ad un meeting e leggersi tranquillamente tradotti in tempo reale, ovviamente con i limiti dei sistemi di traduzione che possono in ogni caso causare incomprensioni.
Problemi etici (ci sono sempre)
Il device AR di sicuro avrà una cronologia delle conversazioni tradotte, e queste potrebbero essere passate da server di terze parti, inoltre potrebbe anche tenere traccia dell’audio di ogni conversazione, per poterle riascoltare in futuro, per finalità (per esempio) didattiche.
In ogni caso i partecipanti all’incontro dovrebbero essere informati sul loro dispositivo della registrazione in corso.
I fini legali infine della registrazione, andranno definiti per bene, così come gli usi possibili. Firmare un contratto con un sì per strada per esempio, potrebbe essere impedito.