Proprio oggi, ma nel 1890, l’assassino William Kemmler venne giustiziato tramite la sedia elettrica, per la prima volta nella storia.
Proprio oggi, ma nel 1945, gli Stati Uniti d’America lanciano una bomba nucleare su Hiroshima, causando 70.000 morti immediate.
Questi avvenimenti non hanno rovinato la reputazione alla corrente elettrica: non ne faremmo a meno perché è stata usata male in passato; non ha fatto perdere la reputazione ai lati utili del nucleare, che semmai ha avuto problemi più per Chernobyl ed altri incidenti di ingegneria civile.
La tecnologia di per sé è neutra: non è mai cattiva o buona.
Gli esplosivi ad esempio sono utilissimi per le demolizioni, per gli scavi in miniera, meno se qualcuno li porta nelle piazze.
Oggi la tecnologia esponenziale del momento è l’Intelligenza Artificiale: c’è chi la magnifica e chi la dipinge come un demone.
Si cade sempre negli stessi errori, personificando una tecnologia, che di suo non ha anima o coscienza.
L’etica che ci va costruita intorno è solo compito nostro.
Certo in questo caso potrebbe verificarsi in futuro, che l’Intelligenza Artificiale ottenga il diritto di voler discutere riguardo all’etica che gli sarà imposta oggi.
La tendenza attuale è quella di consentire all’AI di coadiuvare l’operato degli esseri umani, senza sostituirli e lasciando a loro l’ultima parola.
Una AI legale, pur avendo a disposizione ogni singolo precedente delle sentenze, ogni singola decisione, ogni eccezione, non potrà condannare un imputato da sola: produrrà una serie motivata di documenti da fornire al giudice, senza un giudizio, sarà il giudice ad esaminare il tutto secondo la propria coscienza e competenza.
Questa tendenza etica però al momento non è scritta, ed è probabilmente la tendenza europea.
Negli stati autoritari si parla già di predittività del crimine, controllo automatizzato, e perfino giudici basati su Intelligenza Artificiale, senza partecipazione umana.
Anche in questo caso abbiamo a che fare con una tecnologia usata dagli esseri umani in modo lecito o malvagio.
Insomma come sempre, il male non ha a che fare con le tecnologie: il male siamo noi.