È ormai un dato di fatto: l’innovazione è il motore che guida la crescita e il progresso. Ma non basta solo parlare di sostegno all’innovazione; è necessario agire concretamente per realizzarla. Sostenere l’innovazione significa credere nelle aziende che la promuovono, affiancarle, e soprattutto, ridurre la burocrazia che le ostacola. Invece di aumentare la burocrazia e penalizzare le aziende che faticano a gestirla, dovremmo incentivare e facilitare la loro capacità di innovare.
Prendiamo, ad esempio, l’implementazione del General Data Protection Regulation (GDPR). Questo regolamento ha comportato un colossale aumento di burocrazia e costi legali per le aziende. E cosa hanno ricevuto in cambio da parte degli stati europei? Minacce, multe, sospensioni dei servizi. Invece di fornire supporto e consulenza legale gratuita, le autorità hanno optato per un approccio punitivo. Con la scusa di difendere i più deboli, si è finito per trattare le aziende come criminali.
Oggi, ci troviamo di fronte a una situazione simile con l’introduzione dell’AI Act. Molti festeggiano, ma il rischio è che si ripeta la stessa storia del GDPR: un aumento monumentale di burocrazia, gestioni del rischio e costi, che le aziende dovranno affrontare da sole, sotto minaccia.
Sì, possiamo vantare di essere i primi al mondo a introdurre una regolamentazione su queste nuove tecnologie. Ma ci siamo mai chiesti il motivo di questa primato? Forse dovremmo interrogarci sul fatto che, invece di facilitare l’innovazione, stiamo creando barriere che la ostacolano.
È tempo di cambiare approccio. Sostenere l’innovazione non significa imporre regolamenti e burocrazia, ma creare un ambiente favorevole in cui le aziende possano prosperare e innovare. Dobbiamo essere proattivi, non punitivi. L’innovazione va sostenuta con i fatti, non con la burocrazia.