Gli stati sovrani, Europa compresa, con la scusa della protezione dell’accesso ai confini, stanno investendo cifre spropositate nella raccolta di dati biometrici.
Il riconoscimento facciale e di impronte digitali verrà uniformato in tutti gli stati europei e gestito con un sistema centralizzato unico.
Sulla carta questi dati verranno utilizzati esclusivamente per un fine, ma è evidente che la cosa si presta ad infiniti utilizzi “utili allo Stato” e contrari ai principi della privacy del cittadino.
Se poi aggiungiamo il problema della cybersecurity dei nostri enti, viene il dubbio che questi dati possano anche finire in mano a dei criminali che potrebbero usarli per i propri scopi.
Immaginiamo di partecipare ad una manifestazione: chi impedirà ai servizi di dare un’occhiata su chi c’era e tenerne il tracciamento in archivio, perché non si sa mai, potrebbe servire?
E immaginiamo anche che lo faccia online, sulla massa, tracciando ogni movimento da video dei social, telecamere in strada, servizi televisivi.
Il Grande Fratello, quello vero, sarebbe realtà.
L’articolo che mi ha portato a questa riflessione è di Wired, l’amica Michaela ne ha parlato da poco, ne riporto un brano e la fonte:
Questi enormi database biometrici nelle mani sbagliate potrebbero essere un grave problema, e l’Europa in generale non è nota per essere una grande protagonista nella sicurezza informatica.
Immaginiamo la criminalità organizzata con simili modelli e dati a disposizione e tiriamo le somme.
Potrebbero arrivare tempi bui.