Nei tempi passati, vincere una partita a scacchi contro un essere umano, era qualcosa di fantascientifico e inimmaginabile: la truffa svelata da Edgar Allan Poe, del Turco di Maelzel, macchina avveniristica per giocare a scacchi che in realtà conteneva un nano, ne è un esempio.
In un altra vita, circa vent’anni fa, mi sono occupato di montare dei film che parlavano di salute mentale, pre-basaglia, un periodo buio per i malati e per i non malati.
I film per chi fosse curioso sono “Ma il furore dei nostri sguardi” di Loredana Alberti, che ne parla nello specifico, e “Il germe del melograno” di Silvana Strocchi che ne parla per via della connessione del pittore Baccarini con sua madre.
Il trailer di “Ma il furore dei nostri sguardi”
Le donne, per esempio, venivano spesso ricoverate non per una patologia, ma per “isteria”. La vera diagnosi era che il marito si era stufato.
Ma veniamo a noi: Può l’AI aiutarci a tenere sotto controllo la nostra salute mentale? Se soffriamo già, può contribuire alla terapia?