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Amore e robot

La riflessione di oggi parte da un frammento di un sondaggio di Tidio che è rimbalzato su varie testate.

Il 40% degli intervistati è attirato dall’idea di fare sesso con un robot-umanoide. Il 39% ritiene possibile una futura “relazione romantica” con una intelligenza artificiale.

Sondaggio TIDIO

Questo sondaggio lascia molti spunti di riflessione, sia antropologici che per addetti ai lavori di informatica, robotica ed intelligenza artificiale.

Prendiamo ironicamente l’esempio di un blind-date con un robot ginoide, e vediamo a che punto siamo con la tecnologia.

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La proprietà intellettuale

L’Italia è un paese d’inventori, ma siamo appena decimi nella classifica mondiale: certo un bel piazzamento, ma vista la reputazione fin dai tempi di Leonardo Da Vinci, possiamo fare di meglio.

Chi mi segue è spesso uno “startupparo” della prima ora o recente, o un architetto del software.

Nella nostra categoria di aziende la proprietà intellettuale è uno dei fattori importanti da gestire: se facciamo innovazione, nella pratica, dobbiamo anche dimostrare in un certo senso, che questa innovazione c’è, è tangibile, è diventata un brevetto.

Come in molte attività umane, spesso ci si fascia la testa prima di averla rotta: si pensa che se non sei Nikola Tesla o Edison o Marconi, non hai diritto di brevettare nulla.

Non è così, e i brevetti spesso sono solo delle noiose descrizioni del processo industriale che l’azienda ha depositato come innovativo.

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