Pareidolia

Pareidolia Artificiale: stiamo vedendo intelligenza dove non c’è?

Volti nelle nuvole, menti nei chatbot

Il professor Luciano Floridi ha recentemente avvertito che definire un’AI “intelligente” o “cosciente” potrebbe essere solo un caso di pareidolia semantica, un’illusione naturale della nostra mente. In psicologia, la pareidolia è quel fenomeno per cui vediamo volti familiari in stimoli casuali: il classico viso sulla luna, animaletti nelle nuvole, un volto nel toast… e, dice Floridi, persino una parvenza di coscienza nei modelli statistici. In altre parole, quando interagiamo con un modello linguistico avanzato, rischiamo di comportarci come chi scambia un mucchio di pixel per un amico: la nostra mente, campionessa di pattern recognition, tende a proiettare significato e intenzione anche dove c’è solo output generato da algoritmi.

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Caccia alle streghe

Ogni giorno leggo articoli sul pericolo dell’AI in ogni settore. Nessuno di questi intellettuali si occupa del vero pericolo odierno: l’ignoranza.

Non è benaltrismo in questo caso: per parlare di AI bisognerebbe prima informarsi, evitare di umanizzarla, capire che ogni implementazione è differente, capire che si tratta di uno strumento in mano all’uomo e non il contrario.

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