Quando iniziai a programmare, la documentazione come esiste ora era fantascienza.
I linguaggi si studiavano sui libri, nel caso degli home computer mancavano gli strumenti e bisognava perfino realizzarseli da soli.
Il mio primo codice assembler del 6502 fu scritto su un assemblatore scritto in basic Apple da me, perché non riuscivo ad acquistare una copia di Merlin.
In quel periodo pionieristico lo sviluppo software era eroico: ma tutti credevamo che sarebbe durato poco, che sarebbero venuti fuori sistemi per programmare senza codice, accessibili a tutti: “è un lavoro che non può durare”.
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