Sono passati due secoli da quando il fantomatico Ned Ludd distrusse il primo telaio per impedire alla tecnologia di “rubare il lavoro”, ma certi istinti non sono morti e proseguono, prendendosela spesso con l’Intelligenza Artificiale e con la robotica.
Ieri ho letto un articolo del Financial Times dal titolo “AI is making apply for Jobs even more miserable”, cercatelo se volete, mi rifiuto di mettere il link.
Secondo Sarah O’Connor (senza la O mi ricorderebbe qualcuno, forse crede di essere impegnata in una crociata contro le macchine malvagie anche lei) le interviste asincrone propedeutiche ai colloqui di lavoro e gestite da AI sarebbero frutto del demonio: una roba da vietare, pensate che i giovani addirittura devono costringersi davanti ad una webcam per presentarsi per un lavoro, quando potrebbero mostrare l’ansia da video su tiktok.
Vediamo lo stato dell’arte per i lavori di “manovalanza” per esempio: oggi ci si reca ad un bellissimo e caloroso colloquio in persona in un ufficio di un’agenzia interinale, dove l’HR interinale anche lui, deve completare un numero esagerato di colloqui, deve farlo senza esperienza né formazione, la famosa guerra tra poveri.
I risultati certo saranno umani e bellissimi, le due parti saranno felici e si sarà instaurato un vero rapporto umano tra loro. Ma dove? Ma ci crediamo davvero? È una favola senza fondamento.
Oltretutto le candidature possono essere centinaia: gli HR pochi, mal pagati e mal formati, il tempo ristretto. Molti candidati saranno scartati senza colloquio: con appena uno sguardo distratto al curriculum, rigorosamente stampato per il bene dell’ambiente.
In questo la malvagia AI consente ai candidati almeno la possibilità di essere scelti per quello che mostrano di essere. Consente agli HR anche inesperti di avere un secondo parere da parte di una AI addestrata da HR professionisti e con esperienza.
L’AI non decide al posto di nessuno: consiglia soltanto. È un ausilio non un giudice.
Consente di vedere i candidati e decidere se è il caso di selezionarli per un colloquio o meno: è poco? Meglio che farlo solo sulla base del curriculum.
Le interviste asincrone ormai ci sono e ci saranno, fatevene una ragione: sono uno strumento utile per il processo di assunzione.
Vi invito a sentire la mia azienda algojob se avete altre perplessità: il nostro prodotto di intervista asincrona è AlgoInterview e vi assicuro che non morde e non è cattivo.