Sappiamo tutti molto bene che si vive una volta sola, ma quando consiglio a qualcuno di prendere in mano le redini della sua vita, mi trovo duramente contestato.
L’interlocutore diventa aggressivo: sfodera scuse.
Ha una famiglia lui, non può rischiare. Ha un lavoro a tempo indeterminato, tossico, schifoso, contro ai suoi principi, alle sue opinioni, fuori dai suoi sogni, ma è un lavoro sicuro, come cavolo fai a non capirlo tu? Come fai a dire che dovrebbe cercare di essere felice?
Ha un lavoro lui. Essere infelice ne fa parte.
Ho una certa esperienza: questo significa che ho commesso innumerevoli errori, ma tra questi raramente quello di restare bloccato dal commetterli per paura, e quando è accaduto ci ho messo poco a riprendermi, scacciare la paura e fare la mossa giusta o sbagliata che fosse.
Oggi si parla tanto di YOLO Economy, spesso con cinismo: “Facile da giovani senza famiglia e figli da mantenere lasciare tutto e dedicarsi a quelle favole che hanno in testa”. Dicono.
Amo ripetere al mio team che siamo ospiti dell’azienda in cui lavoriamo: questo consente all’azienda di licenziarci se puzziamo troppo e diventiamo indesiderati, ma anche a noi di togliere il disturbo quando lo desideriamo.
Un lavoro può essere anche per sempre, se le due parti sono innamorate abbastanza, ma non deve essere per sempre perché ci serve lo stipendio: il mondo è pieno di lavoratori e di datori di lavoro, è pieno di lavori che ancora dobbiamo inventare, non dobbiamo lasciare che le nostre necessità ci leghino e ci rendano insoddisfatti ed infelici.
L’infelicità è un pessimo operaio, lavora malissimo, e rischia di farci perdere anche quella sicurezza che riteniamo tale.
Ho fatto molti lavori anche non inerenti l’informatica in vita mia: sono stato Tecnico del Suono, Montatore Cinematografico, Direttore delle luci, Aiuto Regista, Direttore di produzione, imprenditore del ramo informatico e non.
Ho sempre lavorato con grande passione.
Il mio primo amore, l’informatica, mi ha sempre accompagnato, ogni cosa che mi ha insegnato mi è stata utile, anche quando facevo altro, e quello che ho imparato facendo altro, mi è utile ora.
Ho sempre inseguito dei sogni, non li ho raggiunti tutti, ma ho sempre rischiato e credo che rischierò sempre.
Ed è normale farlo: è la vita.
Rischiando si può fallire? Certamente.
Ma essere infelici e rassegnati è già un fallimento, totale.