Chi, come me, si occupa di intelligenze artificiali, sa che spesso occorre trovare il dataset corretto per lo scopo che ci si prefigge, o crearlo in qualche modo.
Nel caso delle auto autonome è stata ideata una competizione, analoga a quelle della Formula E, ma senza pilota.
Si chiama roborace.
La possibilità incredibile per gli ingegneri del software è quella di provare i modelli sulla pista, addestrarli meglio, competendo tra loro in un’autentica gara motoristica.
Volenti o nolenti le auto a guida autonoma sono lo strumento che ci porterà a liberarci dello stress della guida e probabilmente anche dal possedere un’auto personale: a che scopo infatti tenere una macchina ferma in garage per metà del tempo di utilizzo, quando potremo farci venire a prendere dal robo-taxi più vicino in qualsiasi momento?
Lo sport della roborace consentirà di addestrare modelli di guida in condizioni impossibili e di rendere più sicure le auto a guida autonoma.
Uno sport che non è affatto un gioco.
Attualmente le gare durano un’ora ed è difficile capire che genere di pubblico avranno, esclusi i nerd interessati all’argomento. Perfino io trovo difficile pensare che si farà il tifo alle sole scuderie, senza nessun pilota a stappare lo champagne.