Presentati
Ciao Ricardo, grazie per questo spazio nel tuo blog! Sono un’idealista (un po’) eclettica che ha sempre lavorato nel commerciale e customer care aziendali e si è imbattuta nel marketing per caso.
Mi sono innamorata della materia, ho studiato come una pazza per un anno e poi ho iniziato a coltivare un mio progetto online per fare pratica, continuando a studiare.
Qualche anno fa quando mi sono sentita pronta mi sono lanciata e ho riscontrato successo, secondo me perché integro le nozioni di marketing con tutte le competenze accumulate in anni e anni di lavoro nel commerciale aziendale di diversi settori, senza trascurare quelle relative al mio periodo di naturopata.
Infatti, grazie a questo background così eterogeneo, riesco ad aiutare le mie clienti a prestare anche moltissima attenzione alla sostenibilità degli impegni lavorativi che assumono rispetto alle loro necessità di esseri umani, oltre che performare.
Cos’è FREELANCE CLUB?
Un gruppo Facebook che ho pensato come un bar virtuale per liberi professionisti che hanno partita iva e vendono principalmente servizi.
Volevo creare un posto dove potersi confrontare e aiutare tra “colleghi” in maniera più informale e meno finta di ciò che accade su LinkedIn, una mastermind allegra insomma.
Dopotutto siamo persone che condividono simili gioie e dolori professionali e insieme diventa più semplice superare insieme la fatica di essere spesso dei tuttofare super impegnati, la solitudine dei numeri primi liberi professionisti e freelance insomma.
Così con Marcella Colabello che è di Napoli e Nicoletta Consumi che vive in Svezia abbiamo tirato su la claire del bar.
Chi contribuisce al gruppo e partecipa può anche promuoversi, fare networking, fare un aperitivo o lavorare insieme nel coworking virtuale che abbiamo creato nel gruppo, essere ospite intervistato nella diretta mensile etc.
E tu invece cosa fai nella vita?
Sono una consulente e assistente virtuale per libere professioniste, le aiuto ad occuparsi della loro promozione online dalla a alla z, cioè accompagnandole nel definire la loro brand identity personale e i loro obiettivi, fino all’aiuto concreto nel realizzare e pubblicare i contenuti.
In particolare le presentazioni aziendali sono il mio fiore all’occhiello della parte pratica.
Sai che la mia fissa è “cambiare il mondo un millimetro alla volta” tu fai qualcosa a riguardo?
Io cerco di essere sempre paziente, comprensiva e gentile con tutti e sappiamo bene quanto possa essere difficile di questi tempi, quindi altro che millimetro!
Scherzi a parte: nel mio millimetro di mondo sono apprezzata per la mia umanità; spesso quando qualcuno della mia cerchia ha un problema e necessita di conforto e fiducia si rivolge a me, certo/a di trovare vero ascolto e supporto.
Nel lavoro invece ho scelto di collaborare principalmente con rappresentanti del genere femminile per contribuire a diminuire il gender gap nella libera professione. Nel nostro Paese è ancora un tema a tutti i livelli, purtroppo. Potendo farei molto di più ed è frustrante per me questa impossibilità di fare un chilometro tutto da sola.
Il Personal Branding per le donne, è uguale a quello dell’altro genere? O va gestito diversamente?
Il personal branding è genderless per quanto riguarda i liberi professionisti perché la strategia si basa sui valori e caratteristiche distintive personali, per presentarsi in modo da attirare persone con altre determinate caratteristiche.
Per cui che si tratti di un uomo o di una donna o altro non fa alcuna differenza, l’importante è “soltanto” aver chiaro cosa si vuole comunicare e a chi. Non so se sia lo stesso per quanto riguarda la comunicazione di un personaggio pubblico o influencer perché esula dalle mie competenze.
Che bias hai incontrato nella tua professione?
La convinzione di dover piacere a tutti, la difficoltà di esporsi per ciò che si è e di essere criticati, la convinzione che i like siano importanti e il rimanerci male quando si pubblica qualcosa che non riceve riscontro: il bisogno di conferme dall’esterno.
Nella mia professione sto constatando quanto non si finisca mai di crescere come persone, anche quando si è equilibrati, si è fatta molta strada e si sono conseguiti traguardi importanti.
Molte persone mature hanno livelli di autostima molto bassi e questo emerge chiaramente, specie quando si deve comunicare volenti o nolenti perché si lavora in proprio.
Come ci si iscrive a Freelance Club?
Bisogna avere partita iva e vendere principalmente servizi di qualsiasi tipo dopo di che è molto semplice:
Si cerca su Facebook @wearethefreelanceclub e si risponde alle 3 domande, volutamente vessatorie e ridondanti per scremare chi vuole entrare solo per promuoversi, si legge ed accetta il regolamento et voilà.
Chi capisce, va oltre e coglie il punto può fare tranquillamente parte dei nostri.
E invece come si fa a contattarti professionalmente?
Ho un sito omonimo con blog che è il mio ufficio: alessandrapaolucci.com