Ormai da decenni vedo ripetersi sempre lo stesso equivoco, riguardo all’innovazione, sia in azienda che nella società.
La tecnologia come innovazione a sé stante.
Il mio parere è che comprare un computer o un software non sia innovazione. Se così fosse la figura ormai nota dell’Innovation Manager, sarebbe agevolmente svolta dal CTO senza bisogno di disturbare un altra persona.
La tecnologia è soltanto un abilitatore, uno dei tanti possibili, verso l’innovazione.
L’invenzione tecnologica del fuoco, pare una grande innovazione, invece è semplicemente uno strumento tecnologico. L’innovazione è scaldarsi, cuocere il cibo.
Mi capita spesso di trovare quest’equivoco realizzato all’inizio delle consulenze. Spesso il cliente crede che acquisire nuova tecnologia in azienda si faccia perché “è ora di innovare”.
Se non si innovano i processi in azienda, non saranno dei nuovi computer a farlo per voi.
Certo digitalizzare dei documenti, automatizzare dei procedimenti manuali, aiuterà a sbrigare del lavoro più velocemente e con maggiore efficienza. Ma nulla sarà cambiato, l’auto è più veloce del cavallo ma sarà solo più veloce nelle commissioni, non innovativa.
La tecnologia dicevo, è un abilitatore, non un generatore di miracoli. Può essere perfino distruttiva nei vostri confronti. La tecnologia può produrre computer più veloci o armi migliori, ma l’innovazione non è correre di più o sparare meglio, l’innovazione è smettere di fare la guerra.
Quando volete fare qualcosa di innovativo in azienda un esperto di hardware e software potrebbe essere quanto di meno utile possa capitarvi.
L’innovazione è pensiero. Un informatico tenderà ad usarlo per risolvere dei problemi, non sempre cercherà di avere visione per innovare davvero.
L’innovazione è impostare una rotta nella vision aziendale: un consulente può impostarla ma dovrete poi seguirla in azienda o delegare ad un interno in grado di farlo.
Non ci sono scorciatoie e non si può fare una tantum.
Porta tanto in cambio: impegnatevi.