Presentati:
Ciao Ricardo e grazie per queste domande anche se ne conosci benissimo tutte le risposte.
Onorato di essere qui tra le tue MilleMila righe di blog.
Sono Max Guadagnoli, sono un Social Media Strategist (ma sempre più un Coordinatore) e lo faccio per ripicca.
Una sorta di distributore automatico di chiarezza e un Community Manager per esasperazione.
33% Attivismo Digitale
33% Empatia
33% Etica
il restante 1% è stronzaggine.
Cos’è Metrofficine?
MetrOfficine è il mio ultimo progetto, poi mi ritiro.
È una casa dove ogni individuo è funzionale ad un altro individuo.
Un’associazione e una community basata su una visione di mutuo supporto che vada ad alleviare il peso del disagio.
Si realizza tramite azioni pratiche di intervento.
Poche parole e molti fatti pratici e tangibili.
Lo statuto prevede 16 aree di intervento che rimettono la vita delle persone al centro dell’attenzione e della considerazione e sostituiscono il concetto di Convenienza con quello di Utilità, nel sito trovate tutto (pure troppo).
Fare cose pratiche e immediate alla risoluzione della sopravvenuta condizione di difficoltà.
Un’utopia in un certo senso ma alla fine neanche tanto.
Ritengo che sia ciò che occorre in questo tempo malato.
E tu invece cosa fai nella vita?
Io ne ho fatte tante e su LinkedIn si possono leggere.
In questa fase della vita che dura da quasi 15 anni, mi sono dedicato a comprendere le dinamiche che si annidano nelle piattaforme Social e nel loro utilizzo e ormai ho tratto le mie conclusioni.
Ho vissuto di gestione di canali Social e di realizzazione di contenuti per il web, come di costruzione di community specifiche.
Oggi che sono più vecchietto, preferisco la Coordinazione dei canali Social, la scelta delle strategie, l’analisi dei contenuti e francamente non amo per niente il lato marketing della cosa anche se l’ho praticato per molto tempo.
Anzi, diciamo che il marketing in senso assoluto lo considero il male del secolo, soprattutto a mezzo social.
Poi ogni tanto qualche corso e diverse consulenze.
Su LinkedIn trovi la lista di tutti coloro per cui non lavoro.
Questo ti fa capire meglio.
Sai che pretendo di “Cambiare il mondo un millimetro alla volta”, tu fai qualcosa a riguardo?
Io cerco di essere ATTIVO, tento di attivare e pratico l’attivismo anche se più come cane sciolto che sotto a una qualsivoglia organizzazione d’intenti.
Mi piace attivare lo spirito critico della gente e fare scattare la molla della riflessione su tematiche collettive.
Tanto tempo fa Klout mi definiva un wildfire broadcaster forse non sono cambiato molto, pur avendo sterzato verso l’analisi e la critica costruttiva.
Vorrei un mondo diverso, mi applico e ci provo anche se ammetto di patire una certa fatica.
Perché Facebook ce l’ha con te?
Ahahahaha!
Ma non è difficile. Sono anni che mi ostino a tentare di usare la macchina secondo una visione mia e individuale che confligge di continuo con le loro Policy, Obiettivi di Business e Terms of Use.
Come mi muovo io non può funzionare ma questo mi ha permesso di comprendere ciò che non va fatto se si vuole usare la piattaforma in senso canonico.
Mano a mano che verifico delle dinamiche ne parlo nel gruppo Social Media per Tutti dove tento di regalare qualcosa di utile.
È una macchina crudele o si usa come vuole lei o è meglio andarsene.
Non diversa da molte altre, non si può gabbare, non si piega, ed è uno schiavista puro e semplice senza anima che basa il proprio business sul lavoro gratuito erogato da milioni di account reali (persone) e da altri milioni di account fasulli che operano per automatismo.
La più grossa sòla degli ultimi 50 anni.
Che bias hai incontrato nella tua professione?
I primi con cui ho avuto a che fare sono stati i miei personali ma qui si apre un film dell’orrore.
I più ricorrenti sono quelli inerenti alla Riprova Sociale e al Confronto Sociale.
È un morbo che distrugge la vita delle persone e delle aziende e sono come assumere ogni giorno radioattività letale.
Tristemente sono anche contagiosi.
Ho incontrato aziende o professionisti che basavano budget e strategia solo in base a quello che facevano gli omologhi dello stesso segmento di mercato ma non funziona così.
Un altro che ricorre è l’effetto Dunning Kruger che nei casi estremi coincide con la volontà di ingaggiare un consulente e finire per provare a umiliarlo nel tentativo di riconfermare una sapienza distorta e di fondo sbagliata per ricaricare un ego malato.
Le aziende crepano più per cause interne che per vere ragioni di budget o di mercato.
A oggi, se dovessi sputare una sentenza, ti direi che il 90% delle aziende itaGliche non dovrebbero proprio esistere per le disfunzioni che albergano al proprio interno e ancora mi meraviglio di come possano reggere.
Certo che se per reggere intendiamo generare solo stipendi e salari, beh…allora mi rispondo da solo.
Disfunzioni che infettano tutti i comparti.
Tutti, nessuno escluso.
Lo stesso vale per la Pubblica Amministrazione.
L’ultimo che non è un vero e proprio bias ma lo diventa è l’assunto “Fake it till you make it” direttamente mutuato dalla filosofia della Valle del Silicone.
Ormai è una strategia e un modus operandi che fanno acqua da tutte le parti oltre che aver generato danni di medio periodo irreparabili a livello economico.
Ha prodotto anche danni a catena sul piano etico, culturale e di comunicazione in generale.
Danni che non si riescono a sanare essendo sdoganati come abilità e questo è davvero catastrofico, secondo il mio parere.
Poi sai, possiamo dilungarci a lungo, di base e a livello umano se ne ravvisano quasi 190 acclarati e forse più di 360 potenziali, non è difficile trovarne altri.
Alla fine, siamo tutti vittime del nostro cervello.
I tuoi contatti di Metrofficine?
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Sito ⤵️
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Si clicca, si legge, si scrive, si parla. “No bot allowed”
E invece come si comunica direttamente con te?
Come ve pare,
sono su tutti i Social main-stream , il mio numero di telefono è pubblico basta che non mi rompete le palle con le mail perché le schifo apertamente.
Contattatemi solo se avete VERE intenzioni, budget e obiettivi e preparatevi perché quello che vi dirò sarà la verità e non vi piacerà e costerà pure caro.
(Grazie davvero e complimenti per come stai gestendo il tuo blog, io non ci riuscirei mai 💘)
One thought on “Intervista a Max Guadagnoli”