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Luigi Proietti detto Gigi

Stasera al cinema, ho visto il documentario di Edoardo Leo, Luigi Proietti detto Gigi.

Rivedere la vita dell’attore sentirne le interviste, sentire l’affetto delle persone care, è stato commovente.

Bel documentario: coinvolgente e commovente. Facile quando si parla di un gigante del teatro, direte voi.

Non nego che avrei voluto esserci in teatro, durante le rappresentazioni di Proietti. Purtroppo ho avuto l’onore soltanto una volta, più di vent’anni fa. È ormai è andata: non si può più recuperare. Oppure no?

Per un attimo ho pensato che oggi i developer sono quasi dei creatori. Abbiamo un potere immenso. Potremmo, lavorandoci, far rivivere e far tornare alle scene chiunque.

Ho già parlato di questa possibilità in AI generative e cinema. Inoltre, nel caso del teatro, esiste la tecnologia degli ologrammi. Immaginazione assistita ne parla.

Da un lato trovo entusiasmante ricostruire a fini museali uno spettacolo olografico di Gigi da tramandare ai posteri, ma questo mi fa porre una domanda un po’ angosciante.

Sarebbe etico mettersi a creare nuovi spettacoli di Gigi Proietti, o di chiunque altro? Far tornare sulle scene Charlie Chaplin, Marylin Monroe? Far recitare assieme Greta Garbo e Fiorello?

Come sempre la tecnologia è solo un abilitatore, il suo uso può essere benigno o meno.

Io credo che con la democratizzazione degli strumenti necessari, purtroppo, avremo a che fare con migliaia di titoli di ogni genere, persone senza scrupoli faranno uso e scempio degli attori famosi di tutti i tempi.

Nel mucchio, non lo nego, ci saranno anche opere d’arte. Basteranno a coprire l’infamia delle altre?

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