Una delle caratteristiche di qualsiasi developer è quella di dover imparare una quantità di informazioni enorme che non riguardano il suo lavoro.
Così come il camaleonte si trova ad improvvisare i colori che gli consentono di nascondersi, così il programmatore è sempre pronto ad assumere il colore del processo che dovrà replicare.
Fai un software per un panificio? Saprai una marea di cose che prima non sapevi sull‘argomento. Saprai il ciclo di lavorazione del pane: saprai come ci si rifornisce, come si produce, come si vende, dove finiscono gli scarti.
Al momento io lavoro in un’azienda di prodotto (guardate A cosa sto lavorando se non lo sapete già): una fortuna perché imparerò soltanto tutto sulla psicologia del lavoro, su come funzionano gli ATS, su come si fa l’HR, su cosa sogna il reparto gestione risorse umane.
Una fortuna perché potrei lavorare in una webagency: ne ho avuta una. Ho imparato come funzionano le stazioni dei treni. Ho imparato a vendere abiti lussuosi. Ho imparato tutto sul calcio, sport che continua a non piacermi. Ho imparato molto sugli hotel; sulle favelas e slum del mondo; come lavorano alcune ONG; la filiera vitivinicola; il network marketing; le palestre; perfino i dizionari; i corsi di lingue; la contabilità.
Il team di un’azienda di prodotto può approfondire soltanto una cosa extra-coding ed essere contento di saperne di più.
Il team della webagency passerà dall’imparare come funzionano le industrie di vernici alla distribuzione del broccolo DOP.
Il lavoro del developer che già è pieno di studio professionale di trova quindi invaso da nozioni su come si gestisce una pizzeria o come si monta un armadio: nessun altro lavoro sulla faccia della terra credo che produca un simile cortocircuito.
Io l’ho sempre presa come una immensa opportunità ed anche una fonte di svago sul lavoro.
Certo nel caso del continuo saltellare da un progetto all’altro, lo stress cognitivo diventa incalcolabile.
Occorre poter staccare completamente da un progetto a quello nuovo, serve riposo, ferie, pausa e rilassamento.
Il grande problema delle webagency è che questo spazio è difficilmente riconosciuto ai developer, spesso considerati come robot in affitto, e questo causa la grande mole d’insoddisfazione che si vede in giro.
Non possiamo pretendere di concentrare così tante informazioni su poche persone e non consentirgli di avere il tempo per gestirle, riorganizzarsi, ripulire la propria mente.