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Duecentottantaquattro giorni fa ho deciso di scrivere quotidianamente su questo blog, e di avere costanza per almeno un anno.

La sfida è impegnativa e per ora tengo duro, in un misto tra costanza e testardaggine.

Scrivere ogni giorno, anche se si hanno molte passioni e altrettante cose da raccontare, non è facile.

Spesso tiro la scrittura a sera, all’ultimo, per dubbi o scarsità di idee.

Spesso ho Il blocco dello scrittore.

Oggi, dopo un numero di post a caso, tiro delle somme da passaggio al gran premio della montagna.

Già c’è il Giro d’Italia. Probabilmente dopodomani passerà da queste parti, nei paesi etnei.

Il mio stato mentale che rifugge la routine è migliorato: l’educazione ferrea del blog mi ha portato a gestire con maggior produttività tutti i task ripetitivi che mi annoiano.

Le sfide sul lungo periodo, che prima mi intimorivano un po’, ora non mi sembrano problematiche.

Scrivere mi affascina, e quando lo faccio trovo rapidamente il focus necessario a portare a casa un breve articolo, di getto.

Non sarò mai, a causa di questo mio modo istintivo di procedere un gran blogger: di quelli che curano tutti i trucchi SEO e che piacciono tanto ai motori di ricerca.

Perdonatemi per questo: preferisco piacere a quattro umani che mi leggono per piacere che a Google Bert.

Bert non ho niente contro di te lo sai: amo l’intelligenza artificiale.

Una cosa che mi piace del blog è la discussione. Non sono mai riuscito a portarla all’interno dei commenti ed è sempre frammentata tra social e messaggerie varie, ma è bello e mi rende orgoglioso leggere tanti apprezzamenti, critiche e riflessioni su quanto scrivo.

Grazie a voi lettori e a domani, per l’articolo 285.

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