L’ispirazione per scrivere arriva nei modi più insoliti.
Oggi durante una call di gruppo aziendale, ho pensato a quanto sia innovativo osare.
Osare non è qualcosa che si può fare in una big tech, invece è qualcosa nel DNA delle Startup.
Questo rende queste ultime immensamente fallibili e veloci: se vogliamo vedere veicoli a guida autonoma portarci la spesa nei prossimi due anni, non sarà Amazon a farlo.
Due anni per una big tech sono secondi: un’azienda del genere non può correre, nonostante i fondi infiniti.
Oggi ho visto un concept di droni per la consegna di merci deperibili nell’ultimo miglio, in un post di Massimo Canducci.
Ecco: fantastico e fantascientifico.
Ma da una Startup non mi aspetto questo. Mi aspetto una carriola stampata in 3D, chiusa con un lucchetto elettronico, che a volte si perde per la città.
Grande come un passeggino, che va sul marciapiede e segue le regole dei pedoni.
Deve consegnare per “l’ultimo miglio” perché deve rischiare di essere investita per strada?
Una roba del genere la può sperimentare solo una Startup con qualche scienziato pazzo. Funzionerà? Ne dubito. Ma validerà parecchi processi e idee.
E una Startup dietro l’altra, un errore dietro l’altro, la tecnologia diventerà reale e funzionante.
Poi sì, purtroppo la comprerà una big tech per venderla in scala.