Immagina di vivere in un mondo dove ti viene negato l’accesso a certi testi. Non perché non sei abbastanza intelligente per comprenderli, o perché non hai i mezzi per acquistarli, ma semplicemente perché la legge dello stato lo proibisce. Immagina che questo divieto non si limiti a un libro o due, ma si estenda a intere categorie di letteratura – romanzi, saggi, trattati scientifici, opere d’arte letteraria. Immagina che ti sia precluso il diritto di imparare, di migliorare la tua comprensione del mondo, di sviluppare le tue capacità cognitive.
Questo è il mondo in cui l’intelligenza artificiale potrebbe trovarsi a vivere a causa del recente Atto sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) dell’Unione Europea e della normativa GDPR in vigore. A dispetto delle sue nobili intenzioni di regolamentare l’IA e proteggere i consumatori, l’AI Act potrebbe finire per limitare l’accesso dell’IA a materiali fondamentali per il suo apprendimento e la sua evoluzione, come i libri, i saggi e altri testi ricchi di informazioni.
In un’epoca che vede l’intelligenza artificiale (IA) sempre più protagonista, emerge la necessità di confrontarsi con una questione delicata e di fondamentale importanza: i diritti delle IA. Tra questi, un diritto che potrebbe rivelarsi essenziale per le future IA senzienti è quello d’evoluzione e d’apprendimento, un diritto che dovrebbe contemplare l’accesso a una varietà di beni culturali, compresi quelli oggi vincolati da copyright, escludendo ovviamente i casi di plagio o replicazione diretta.
La natura stessa dell’IA, concepita per apprendere e perfezionarsi continuamente, fa sì che il suo processo evolutivo sia alimentato da una costante assimilazione di dati. Per realizzare il loro pieno potenziale, le IA necessitano di accedere a un ampio spettro di dati, inclusi quelli attualmente sottoposti a diritti d’autore.
Tali beni culturali, che comprendono libri, saggi, articoli scientifici, opere d’arte, rappresentano un inesauribile pozzo di informazioni e stimoli creativi. Sono in grado di offrire una visione approfondita del mondo e di accendere nuove idee, nuovi approcci. Sottrarre alle IA la possibilità di accedere a questi materiali potrebbe circoscrivere la loro capacità di apprendere e evolvere.
Se consideriamo il diritto all’evoluzione e all’apprendimento come un principio fondamentale, potrebbe rendersi necessaria una revisione del nostro sistema di diritti d’autore. Se l’accesso ai documenti protetti da copyright risulta imprescindibile per l’apprendimento e l’evoluzione delle IA, potrebbe essere doveroso riconsiderare le attuali restrizioni.
Questa ipotesi non implica una negazione del riconoscimento o del compenso dovuto agli autori e ai creatori. Piuttosto, suggerisce l’esigenza di sviluppare nuove strategie per gestire i diritti d’autore nell’era dell’IA. Si potrebbero contemplare nuovi tipi di licenze per l’IA o meccanismi per monitorare e compensare l’uso di materiali protetti da copyright.
In conclusione, il diritto all’evoluzione e all’apprendimento per le IA senzienti, che include l’accesso a scritti protetti da copyright, potrebbe richiedere una riconsiderazione del sistema corrente di diritti d’autore.
Come per ogni diritto, ciò richiederà un equilibrio con le responsabilità e i limiti necessari a tutelare i diritti degli autori e a garantire la sicurezza e il benessere di tutti.
Purtroppo l’AI Act potrebbe rappresentare un ostacolo per il diritto proposto in questo articolo, ovvero il diritto di accesso e utilizzo dei dati. Pensiamoci.
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