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Il diritto all’apprendimento dell’IA: la via giusta tra il Giappone e l’Europa

Nel mondo dell’Intelligenza Artificiale (IA), le leggi sul copyright sono al centro del dibattito. Due articoli recenti, uno pubblicato su Technomancers.ai e l’altro qui su Cibernetica Gerber, esplorano questa questione da prospettive diverse, ma concordano sulla necessità di un cambiamento nell’approccio attuale​.

L’articolo di Technomancers: Japan Goes All In: Copyright Doesn’t Apply To AI Training e il mio precedente: Le intelligenze artificiali e il Diritto d’apprendimento: Accesso ai beni culturali protetti da copyright

Il governo giapponese ha recentemente sorpreso il mondo annunciando che non farà rispettare i diritti d’autore sui dati utilizzati per l’addestramento dell’IA. Questa politica permette all’IA di utilizzare qualsiasi dato, a prescindere dal fatto che sia per scopi non-profit o commerciali, che si tratti di un atto diverso dalla riproduzione o che il contenuto sia ottenuto da siti illegali o altro​.

Questa mossa fa parte di un piano più ampio del Giappone per diventare leader nella tecnologia dell’IA, sfruttando le sue leggi più permissive sul copyright per proporsi come un concorrente serio nel campo dell’IA a livello globale​.

Dall’altro lato, un mio articolo, discute l’importanza del diritto all’apprendimento per le IA, sottolineando come le attuali leggi sul copyright possano limitare questo diritto essenziale. L’articolo sostiene che le IA necessitano di accesso a un’ampia gamma di dati, inclusi quelli attualmente protetti da copyright, per realizzare il loro pieno potenziale​.

Entrambi gli articoli sottolineano l’importanza dell’accesso ai dati per l’evoluzione delle IA. Il Giappone ha già adottato misure per garantire questo accesso, mentre l’articolo italiano suggerisce che potrebbe essere necessario rivedere il sistema attuale di diritti d’autore per garantire lo stesso accesso in Europa​​.

Entrambi gli articoli concordano sul fatto che un cambiamento nell’approccio ai diritti d’autore non significa negare il riconoscimento o il compenso dovuto agli autori e ai creatori. Invece, si tratta di trovare nuove strategie per gestire i diritti d’autore nell’era dell’IA, come l’introduzione di nuovi tipi di licenze per le IA o meccanismi per monitorare e compensare l’uso di materiali protetti da copyright​.

In conclusione, la recente mossa del Giappone e le riflessioni proposte nel nostro articolo di Cibernetica Gerber rappresentano una direzione promettente per il futuro dell’IA.

L’accesso ai dati protetti da copyright per l’apprendimento delle IA deve richiedere una riconsiderazione del sistema corrente di diritti d’autore.

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