Sono una persona positiva: penso che tutti vogliano il meglio per sé e per gli altri, ma purtroppo il mondo non gira assolutamente così come vorrei.
Chiacchierando con dei colleghi, mi sono reso conto di stare in una bolla, una bolla paradisiaca in un certo senso.
Io posso scegliere con chi e dove lavorare senza troppi pensieri: nessuno può ricattare uno della mia reputazione e conoscenza.
Non tutti hanno ancora quell’esperienza, quelle skill, quella libertà.
Voglio intervistare gli amici con cui ho scambiato delle impressioni in modo più approfondito, ma già quello che ho sentito finora, mette i brividi:
F.G. In Smart working al sud, dopo essere stato controllato in ogni modo illegale possibile, anche per le pause pipì, è stato richiamato in ufficio per una “riunione importante” da un giorno all’altro, con minacce se non si fosse presentato. Un guasto all’auto durante il viaggio gli è costato migliaia d’euro.
F. Vorrebbe cambiare lavoro e sta cercando: se vi serve un developer Laravel + Vue contattatemi pure e vi passo il contatto.
Un altro, F. D. è contento di essere rientrato in ufficio, il remote working è stato un inferno di chiamate, controlli, anche lui è stato dotato perfino di un’app con cronometro e semafori per quando si allontanava dal PC. Ha lavorato il doppio delle ore: si è sentito dire che non lavorava niente. Anche qui, seppur non me lo abbia detto platealmente, immagino che l’open to work sia implicito: se vi serve un dev Java avvisatemi.
Inutile che vi spieghi come la penso: le aziende dei due F. sono gestite da delinquenti e prepotenti, gente che pensa che tutti abbiano la stessa loro pigrizia ed ignavia, gente che non meriterebbe ruoli manageriali, ma nemmeno i lavori più umili, gente per cui è stato inventato il reddito di cittadinanza ed il tavernello.
Se, come ci ricorda una scritta terribile, il lavoro serve a renderci liberi, occorre allontanarsi da quei cancelli di morte, rendendo il lavoro autentica libertà, dandosi obiettivi tra persone responsabili. Chi non lo è non va controllato dal dobermann di turno, va messo insieme a quelli di prima se irrecuperabile, o informato, educato, allenato al lavoro.
Parlo anche ai miei colleghi ed ai CEO: non lasciatevi fuorviare da idee medievali; non cercate di controllare il prossimo; evitate il micro-management; rendetevi felici di essere disponibili col vostro team, di formare con esso una squadra vincente, imparate ad avere piena fiducia in quelli che avete scelto per lavorare assieme a voi.
E non fatemi sentire più nulla che sia horror remote working nella vostra azienda, anche perché perdereste la mia stima per sempre.