Elogio sempre il lavoro di squadra ma ci sono dei momenti in cui uno sviluppatore deve stare da solo: la prima analisi di un nuovo strumento per esempio, o lo studio di uno stabilito.
Occorre infatti che il coder trovi una propria intimità con quello che dovrà usare per lavorare.
Occorre quindi studiare e sperimentare soli, scrivere codice di cui vergognarsi profondamente, senza che lo vedano colleghi e amici.
Serve provare con durezza, anche scrivendo codice spaghetti, senza test, senza buone pratiche, allo scopo di conoscere fortune e beghe del framework o del tool che volete apprendere.
A volte esce comunque qualcosa di carino: non fatevi intenerire e non fatene una repository: queste prove da fight club devono scomparire.
Alla fine delle sessioni di studio crederete di conoscere tutto perfettamente: normale essere soddisfatti ma siete probabilmente ancora all’hello world.
Al primo progetto ve ne renderete conto, avrete momenti di panico: gettatevi sul codice senza paura e vedrete insieme ai componenti del team che avrete studiato con grande profitto.
Ora l’interazione con il team vi servirà e farà progredire tutti insieme.
Buon coding.