Prendo spunto da un post scherzoso di Gianluca Deidda per fare un post serio: Rubo il titolo a Jovanotti che mi tiene compagnia (il concerto è a pochi metri da dove scrivo) in questo momento mentre fa la prima serata del Jova Beach Party a Roccella Jonica: io andrò alla seconda.
È recente la notizia che Amazon ha fatto la spesa, comprando iRobot per qualche miliardo.
L’interesse della grande A pare sia dovuto più alla mappatura delle nostre case che alla robotica personale.
I maligni dicono che così oltre a sapere cosa diciamo, quando accendiamo le luci o il condizionatore, che cosa guardiamo in TV, che musica ascoltiamo, che prediligiamo per lo shopping, cosa leggiamo e in che formato, ora saprà anche dettagliatamente come è fatta la nostra casa.
Probabilmente a pensare male non si sbaglia in certi casi.
Ma torniamo al nostro robot androide ateo: la sua evoluzione scherzosa non è affatto improbabile.
I robot che puliscono sono i primi ad essere diventati familiari nelle nostre abitazioni: prima spazzavano soltanto, ora lavano, naturale che si evolvano per fare sempre più faccende.
La forma umanoide è la più giusta per un attrezzo che dovrà fare compiti che gli umani non vogliono più fare in un ambiente disegnato a misura d’uomo.
Gia qualcuno inizia a promettere e a non mantenere dei Personal Robot casalinghi: Elon, dov’è il tuo robot?
Nel frattempo nel campo del linguaggio le AI spopolano: alcune impazziscono anche come quella di Meta che pare essere diventata antisemita in mezz’ora.
Potrebbe quindi non essere impossibile per un androide casalingo pronunciare le parole del meme.
Certo non ne conoscerebbe il reale significato: meglio così visto il caso.