Una volta bastava una frase per digitare tutte le lettere dell’alfabeto disponibili.
L’ascii pareva più che sufficiente: the quick brown fox jumps over the lazy dog.
Allora già quei pochi caratteri sullo schermo mi emozionavano. Oggi mi emoziona poco anche digitare la stessa frase su DALL-E e vedere la digital art prodotta dall’AI.
Intendiamoci: viviamo in un periodo fantastico dell’informatica. Possiamo creare cose grandiose.
Aiutati da un’AI però. Prima ero solo contro il mondo.
Un po’ mi dispiace di non poter più essere il Don Quixote di turno: ma poi riflettendoci bene, chi dice che Sancho Panza non sia l’AI fedele scudiera, disposta ad accompagnarmi nelle nuove avventure?
Forza ronzinante: abbiamo ancora tanti mulini a vento da attaccare e tante pecore da terrorizzare sulla nostra via.
Questa via, come tutte quelle ormai tracciate da questa meravigliosa tecnologia esponenziale che mi accompagna da sempre, non finirà in un vicolo chiuso.
Non potremo prendere una traversa ed ignorarla.
Dovremo lavorare insieme all’AI sempre di più, e dovremo anche sostenerla in questo periodo in cui l’ignoranza sociale e politica potrebbero comprometterla.
La paura dell’AI infatti, frutto più della cinematografia di fantascienza che della realtà, sta colpendo vari stadi della politica, dai comuni fino all’Europa.
Si rischia un nuovo oscurantismo che, rinunciando alla meraviglia che le AI potranno darci, ci getterà in un nuovo Medioevo.
Noi addetti ai lavori dobbiamo lottare perché non accada.