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Luddismo odierno

Sono passati due secoli da quando il fantomatico Ned Ludd distrusse il primo telaio per impedire alla tecnologia di “rubare il lavoro”, ma certi istinti non sono morti e proseguono, prendendosela spesso con l’Intelligenza Artificiale e con la robotica.

Ieri ho letto un articolo del Financial Times dal titolo “AI is making apply for Jobs even more miserable”, cercatelo se volete, mi rifiuto di mettere il link.

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I developer non saranno mai sostituiti da macchine.

Il postulato sopra è una specie di dogma degli sviluppatori: siamo convinti di essere i portatori della sacra parola del codice, e di essere pertanto insostituibili: ma è davvero così?

Nella preistoria, il 28 Novembre 2016, scrivevo su facebook:

Consultando migliaia di commenti sull’Intelligenza Artificiale prossima ventura, noto un atteggiamento di “intoccabilità” dei colleghi developer, sicuri al 100% di essere loro i fautori del futuro prossimo venturo e di essere indispensabili: “una macchina non ci può sostituire” pensano.
A me non sembra così inaudito che una AI riesca a programmare un computer da sola, anzi si tratta in pratica di un dialogo tra componenti della stessa specie: potrebbe in un certo senso essere una cosa complessa ma naturale, come per noi è imparare a camminare o a allacciarci le scarpe.
Non solo: proprio per questa maggior facilità di comprensione le AI potrebbero creare codice migliore di quello umano e in linguaggi che agli esseri umani saranno incomprensibili: sarà difficile anche capire l’onestà degli intenti.
Voi che ne pensate? Meglio iniziare a curare anche il proprio orto?

Ricardo Antonio Piana, Post su facebook, 2016
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