Saranno trent’anni che sento dire così, in centinaia di aziende.
Una specie di tradizione quasi inviolabile: ma ha senso?
Il periodo è quello più infausto per qualsiasi genere di vacanza e relax, tutto costa di più, tutto è rallentato dal traffico, tutto più stressante. Spesso un lavoratore con famiglia, nemmeno può permettersele in quelle due settimane d’inferno.
Le “ferie” hanno lo scopo di ricaricarci, fanno bene al corpo e alla mente, aumentano creatività e produttività.
Tutto giusto, ma ora che stiamo ripensando al lavoro in molti termini: remote e smart working, south working, nomadi digitali, metodologie agile, etc. ha senso andare in ferie tutti assieme come se si lavorasse nella fabbrica di Fantozzi?
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