La fantascienza di Roy Batty è molto vicina, e i robot Geminoidi, irriconoscibili da un essere umano, sono un traguardo possibile: se ne occupa da anni lo scienziato di fama mondiale Hiroshi Ishiguro.
La robotica nella sua visione è la naturale evoluzione dell’informatica: i robot ci affiancheranno in ogni attività e libereranno dalle schiavitù a cui ci siamo sottoposti nei secoli.
I video dei geminoidi di Hiroshi Ishiguro sono senz’altro impressionanti, lo scienziato ha realizzato diversi modelli con il suo team di ingegneri.
I geminoidi sono dotati di pelle in silicone, capelli, muscoli facciali, espressività: guardate gli esempi sottostanti per rendervi conto dello stato della tecnologia.
Le implicazioni etiche e sociologiche saranno enormi: servirà legislazione specifica. Non riusciamo a impedire i femminicidi, pensiamo a cosa potrebbe capitare alla ginoide nel video sottostante, priva di qualsiasi diritto e con lo status di “oggetto”.
Non essendo io però né un filosofo né un uomo di giurisprudenza, sono affascinato dalla tecnologia e dalla possibilità di realizzare della robotica pionieristica con simili risultati.
Io stesso nel mio piccolo vorrei fare qualcosa, ho raccolto qualche dato nel mio articolo Robotica fai da te.
Le tecnologie geminoidi prevedono la presenza di artisti, tecnici di effetti speciali, animatori, tutte figure che di solito stanno lontane dalla scienza classica e che potrebbero dare enormi aiuti alla credibilità dei geminoidi.
Le emozioni sotto la pelle di silicone possono essere migliorate, adottando altre tecnologie come quella che ho descritto in Robotica ed espressioni.
Se la ricerca e i pionieri miglioreranno i risultati, già straordinari, non tarderanno ad arrivare dei Personal robot, più espressivi di quelli annunciati da Tesla.
Le implicazioni etiche poi, nel caso dei geminoidi, trascendono fino alle questioni che ho già espresso in Amore e robot.
Non so se siamo pronti a tutto questo come umanità: la tecnologia causerà benefici e problemi.
Ma la curiosità della specie, ci porta sempre ad esplorare, là dove non siamo mai giunti prima.