Vivo vicino a Catania, qui si parla speso di cavalli da corsa, ma non è il caso di questo mio articolo.
Cosa succede quando in azienda si assume un fuoriclasse? Come gestire il team senza cadere nelle più comuni trappole psicologiche che questo comporta.
Durante il reclutamento si prova sempre ad assumere quello impossibile: curriculum stellare, performance comprovate e straordinarie, skill al top in ogni aspetto.
A volte si ha fortuna, il progetto è abbastanza interessante, il candidato ne apprezza la vision e finisce per sceglierci.
Immediatamente il management si gonfia d’orgoglio e, abituato a discutere più di calcio che d’impresa, immagina di dover costruire la squadra intorno al campione.
Puntualmente così facendo si perde il campionato, si retrocede, il campione si rivela un brocco e la squadra fallisce.
In un team chi ha talento deve condividerlo: questo comporta un certo sacrificio perché anziché essere aiutato il migliore dovrà rovesciare il punto di vista ed aiutare gli altri.
Occorrerà guidare il fenomeno in modo che eviti semplicemente di concentrare su di se il lavoro di molti, contando sulle proprie performance o finiremo come nell’articolo Il paradosso dell’efficienza con una figura di valore bloccata in un loop infinito.
Inoltre il management rischierà una specie di effetto Diderot con una ricerca spasmodica verso l’acquisto di un dream team probabilmente poco utile e troppo costoso.
Anche il team esistente non sarà immune a problemi: dopo un primo momento euforico per la presenza di Ronaldo in squadra, si inizierà a temere per la propria carriera.
Il team manager dovrà seguire l’inserimento con attenzione maggiore al consueto onboarding: Come va? Non è sufficiente. L’attenzione e l’empatia andrà diretta all’intero team e ai colleghi manager.
Il nuovo entrato andrà coinvolto in questo processo di cui si troverà cardine e ideare assieme la propria strategia di inserimento nel team.
Più un componente sarà considerato di valore, più rappresenterà un pericolo il suo inserimento in un ecosistema esistente e già formato.
Occorrerà che ogni cambiamento sia graduale e concordato. I processi potrebbero anche mutare verso un paradiso, ma i cambi repentini sono distruttivi.
Avere una stella nel team lascerà aperte grosse tentazioni ad utilizzarlo più spesso degli altri nell’immagine pubblica dell’azienda: diffidate di simili tentazioni e cercate di mantenere sempre l’equilibrio, innalzando a campioni anche i componenti meno esperti progressivamente.
Inoltre qualora il campione vi lasciasse non perdereste del tutto l’immagine.
Lo scopo di una stella è far nascere altre stelle nel vostro team: altrimenti si rivelerà una meteora passeggera. Lavorare affinché ciò succeda e il successo del team sarà assicurato.