Ultimamente fioriscono AI che generano immagini sulla base di prompt testuali, DALL-E 2, DALL-E mini, etc.
Queste AI sembrano rendere giustizia alla terza legge di Clarke:
Se l’ingegnere di Google si è terrorizzato per le capacità dialettiche di un Natural Language Generator, mi chiedo che psicofarmaci abbia dovuto prendere di fronte ai “miracoli” delle AI che immaginano. Una immaginazione tale che stupisce ad ogni prompt.
E visto che siamo stati finora gli unici dotati di immaginazione, immaginiamo cosa possano fare queste nuove tecnologie quando saranno mature ed associate per esempio al metaverso. Potremo letteralmente vivere in un sogno immaginato in tempo reale per noi da una macchina.
Potremo presto vedere gallerie d’arte le cui opere cambiano ogni volta che un osservatore le guarda, adattandosi alle sue emozioni ed ai suoi gusti.
Potremo avere film totalmente “girati” da una AI, che studierà da sola ogni fotogramma, ogni scena, senza alcun limite di fotografia, effetti speciali, immaginazione.
Perfino i videogame potranno essere “immaginati” in tempo reale e forniti all’utente, sorvegliandone in ogni momento le espressioni e rendendo il gioco più godibile sulla base di esse.
I metaversi potranno essere “sogni” di gruppo con AI che si occupano principalmente di rendere l’esperienza migliore possibile per tutti, sarà qualcosa di paragonabile solo alle sostanze psicoattive e sono abbastanza sicuro che daranno come queste, problemi di dipendenza.
Ci troveremo ad immergerci nel migliore dei mondi possibile, amati da un’AI che farà tutto per renderci felici, una situazione con risvolti inquietanti degni di una puntata di Black Mirror.
Per il momento per fortuna non abbiamo la capacità computazionale per tutto ciò, ma arriverà presto, e questo nuovo media, che chiamerei imaginatron, ci sommergerà.
Come per tutte le cose ci faremo cose bellissime e cose terribili: questa è la natura umana che nessuna macchina potrà cambiare.
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