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I robot ci rubano il lavoro

Ieri dopo il mio articolo su Tesla bot sono fioccati, come di consueto, alcuni commenti riguardo al tema “i robot ci ruberanno il lavoro” e a pretese di welfare varie per mantenere coloro che resteranno disoccupati.

Questo risentimento verso “il diverso” non è nuovo, c’è chi ha costruito su di essa la fortuna del proprio partito politico, per esempio.

Lo scopo dell’automazione in generale è sempre stato quello di eliminare i lavori ripetitivi e alienanti per l’essere umano, elevandolo a motore concettuale e non fisico dell’attività lavorativa.

La medaglia oscura è la disoccupazione di coloro che si erano fermati nel limbo della pre-automazione ed erano stati lasciati indietro dalla società.

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Sviluppo software e un po’ di amarcord.

Vent’anni fa usciva Windows ME, una delle peggiori creature di Microsoft, che non ha mai brillato in qualità, ma in quel caso si superò.

Ricordo in quel periodo che Apple, schiacciata dalla concorrenza e con un sistema operativo un po’ obsoleto, anche se molto più usabile di Windows, svoltò col rientro di Jobs e l’acquisizione di Next e OpenStep.

Linux iniziava a farsi largo nella nicchia degli appassionati, ma sul desktop ha sempre avuto grandi limitazioni, oggi solo parzialmente superate.

Quando installai Mac OSX in preview, fui preso dall’emozione. Finalmente un sistema Unix con un’interfaccia completa e intuitiva, e con tutta la reale potenza che i *nix danno a noi sviluppatori del software. Quartz poi dava una leggibilità e un comfort di lavoro senza precedenti.

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