Troppe volte ho sentito qualcuno dire: “nessuno ha niente da ridire in azienda, quindi va tutto bene”.
Quando in un team c’è troppo silenzio, significa che le cose vanno male, malissimo.
Un team funziona grazie ad un dialogo continuo, a confronti tra le parti: un team è una perenne negoziazione.
Quando un componente produttivo del team si rinchiude del mutismo, è segno che ha già mandato in giro il suo curriculum, che non si sente più parte del gruppo, che è scontento.
Nello specifico di un team di sviluppo software, per quanto questa professione sia stata denigrata e considerata alla stregua del lavoro in fabbrica, come se fosse fatta di ore davanti al computer e basta, parliamo di un team scientifico.
Gli sviluppatori inventano il software: creano qualcosa che prima non esisteva: lo fanno anche se è il clone di un altro.
I procedimenti per far funzionare un software, dallo sviluppo fino alla vendita, ricalcano il metodo scientifico di sperimentazione e validazione.
Ogni scienza necessita di dialettica interna: se non c’è non è libera e non può produrre risultati.
Come CTO ho contatto quotidiano e frequente con ogni componente del team di sviluppo: facile quindi che sia io a prevenire, ad accorgermi dei sintomi e a tentare di scongiurare il peggio.
Tutti nel team devono sentirsi sempre accolti e sentire di avere libertà di parola. Dal più prestigioso senior all’ultimo stagista. Tutti devono contribuire con la discussione ai progetti e ai prodotti. Se questo non succede perdiamo la cosa che rende un software vincente: l’umanità che ci mettiamo dentro.
E di questi tempi, l’umanità è un valore che non possiamo permetterci di trascurare.