Oggi vi faccio conoscere un caro amico e collega: il Senior developer di AlgoJob & Algointerview, Simone Gizzi.
Uhm vediamo… ufficialmente nel 2014, anno in cui ho finalmente deciso di trasformare la mia più grande passione in lavoro.
Ufficiosamente invece, sin dalla tenera età… ricordo ancora quando mio padre mi fece i primi regali “tech” tanto in voga in quegli anni… parliamo di pietre miliari che hanno segnato un’epoca, come Nintendo 8bit, Sega Master System, Commodore 64 e Amiga, i quali mi introdussero nel fantastico mondo della tecnologia.
Visto il successo dei precedenti regali, non contento mio padre un bel giorno rientrò a casa con un Pentium 133Mhz… fù amore.
Proprio con esso cominciai a scrivere i miei primi script e le prime pagine HTML.
Portai avanti questa mia passione negli anni, sviluppando di tanto in tanto qualche sito (o script al bisogno) per amici e parenti; incomprensibilmente però, non mi soffermai a pensare che avrei potuto trasformare questa mia passione in lavoro: questo fino al 2014.
Ho iniziato a formarmi nel campo informatico a 15 anni, ma per ottenere quanto prima l’indipendenza economica iniziai a lavorare appena finiti gli studi. Questa “esigenza” economica purtroppo mi fece perdere di vista l’eventualità di poter trovare un impiego nel campo informatico, e per anni andai avanti a svolgere mansioni per cui non avevo studiato, non nutrivo alcun interesse, semplicemente perché “ne avevo bisogno”.
Nell’Ottobre del 2014, la mia cara nonnina decise di fare come regalo a tutti i suoi nipoti una busta con dei soldi: quel giorno, non so bene perché, ma mi balenò in testa l’impulso di investire quei soldi per formarmi professionalmente, piuttosto che spenderli a destra e manca come era mio solito fare, e così feci.
Mi iscrissi ad un master in Web Engineer.
Frequentai assiduamente, non perdendomi nemmeno una lezione, diedi l’esame e lo passai a pieni voti; dopo una prima fase di stupore, cominciai ad realizzare che la passione che continuavo ad coltivare per anni poteva effettivamente essere la mia “vocazione”, con cui avrei potuto affermarmi nel mercato del lavoro.
A quel punto decisi di buttarmi: feci application presso una Web Agency romana, la quale rispose positivamente, e nel giro di pochi giorni, feci il colloquio e firmai il mio primo contratto a tempo indeterminato.
I mesi passavo velocemente, e mi trovai a dovermi “formare sul campo di battaglia e in corsa”, essendo l’unico developer in azienda; fù una palestra incredibile, che mi permise di apprendere molto e in breve tempo.
Raggiunto poi un certo grado di sicurezza, cominciai a guardarmi intorno alla ricerca di nuovi stimoli, nuove tecnologie da imparare, ma soprattutto di nuovi colleghi Senior da cui poter apprendere.
Girovagando su LinkedIn, notai una posizione di developer vacante presso una nota società nel campo Business Information proprio dietro casa; feci subito application, e nel giro di qualche giorno firmai il contratto di assunzione come Lead Front-End Developer in un team di 15 sviluppatori.
Fu una grande sfida, che mi permise di specializzarmi nel fantastico ma tedioso mondo del frontend; fù proprio in questo frangente che venni messo a capo dello sviluppo frontend del prodotto SaaS CondiVisura.
Portato a termine quest’ultimo progetto, cominciò a crescere in me la voglia di lavorare attivamente ad un singolo prodotto, e cominciai dunque a guardarmi intorno alla ricerca di aziende di prodotto interessanti; mi tornò in mente un’azienda che seguivo da tempo sui social, Userbot.
Cominciai a stalkerare il loro sito ed i loro social al fine di capire se fossero alla ricerca di personale; gli feci il filo per parecchio tempo, finché un giorno beccai una posizione aperta come frontend developer.
Feci subito application, colloquio telefonico e mi resi disponibile per una prova tecnica, che mi mandarano di Venerdì: mi chiedevano di sviluppare, utilizzando linguaggi e framework a scelta, una lista della spesa con relative operazioni C.R.U.D, tutto da fare nel frontend per semplicità di esecuzione.
Iniziai lo sviluppo della webapp venerdì stesso; ci lavorai tutto il week-end assiduamente, e domenica sera inviai la mia versione: Frontend scritto in AngularJS senza l’utilizzo di nessun framework css, Backend scritto in NodeJS, agganciato ad un MongoDB Atlas in cloud, con tutte le operazioni C.R.U.D dinamiche e perfettamente funzionanti; insomma, senza nemmeno accorgermene, preso dalla foga del codice, sviluppai un prodotto completo e di gran lunga superiore alle aspettative della prova tecnica!
Loro furono soddisfatti del risultato e mi assunsero.
Attualmente lavoro in Algojob, una promettente ed ambiziosa startup che vuole rivoluzionare il mondo del recruitment, digitalizzando l’intero iter di selezione del personale tramite l’utilizzo di tecnologie innovative e con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
HTML, CSS, Sass/Scss, Javascript, Typescript, PHP, SQL, JSON, Bash, Markdown
Lavorare da remoto, a dispetto di quello che si possa pensare, ha davvero i suoi pro e i suoi contro: in questo momento mi sto dedicando a questa intervista, mentre a pochi metri di distanza i miei cani mordono giocattoli con sonagli, mia figlia sbraita per il capriccio di turno, e mia moglie cerca di domare tutto e tutti come il domatore da circo fà con i suoi leoni.
Scherzi a parte, lavorare da remoto è bello, ma bisogna essere organizzati e al contempo stesso flessibili; nel caso in cui lavorare a casa sia troppo complicato o causi troppe distrazioni, si può sempre optare per uno spazio di co-working, un pub, un bar, un parco o un qualsiasi posto che ti possa permettere di lavorare in serenità.
D’altra parte, i pro sono davvero tanti:
– costo del carburante e/o dell’abbonamento ai mezzi pubblici azzerato
– tempo speso in mezzo al traffico azzerato
– possibilità di poter “cambiare ufficio” ogni giorno
Qualora ci fossero i giusti presupposti si, non mi peserebbe; la verità è che non sempre questo è possibile.. basti pensare che ora lavoro per un’azienda Milanese, comodamente da casa mia appena fuori Roma.
In AlgoJob sono quella bestia rara che nel nostro gergo prende il nome di “Full-Stack Developer”; mi occupo dello sviluppo e del mantenimento degli applicativi backend e frontend del prodotto, amministro i database che ci sono dietro e gestisco le macchine aws su cui risiedono i nostri prodotti.
Probabilmente si andrà verso l’utilizzo sempre più intensivo dell’AI; già ad oggi diverse aziende stanno investendo molto in questo campo. Onestamente non riesco ad immaginarmi tra 10 anni dove saremo arrivati… ma il bimbo che vive in me ci spera sempre: una realtà aumentata come quella di Tony Stark… si, voglio Jarvis, problemi?
L’ho avuto, lo ho tutt’ora e spero di continuare ad averlo negli anni a venire; non è “solo” un mentore, ma anche un amico, un collega, un confidente e un fantastico compagno d’avventure: il suo nome è Ricardo Antonio Piana.
Certo che ce l’ho! Sono anni che vorrei sviluppare un mio prodotto SaaS… ad oggi purtroppo è ancora un sogno nel cassetto, ma spero un giorno di riuscire a ritagliarmi del tempo (quello manca sempre, anche nel nostro lavoro) da poterci dedicare e farlo nascere!
Trovate il blog di Simone Gizzi all’indirizzo: https://simonegizzi.dev
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