Vedo ogni giorno, dall’annuncio di Meta in poi, parlare di realtà virtuale e metaverso.
Come fece notare Luciano Floridi tempo fa, la vita batte la realtà virtuale per cinque sensi a due.
Tempo fa feci alcune considerazioni sul sogno: unico modo di avere un universo virtuale del tutto realistico. Sogni e metaverso è la mia riflessione in merito.
C’è però un altra dimensione in cui abbiamo un 3D stupefacente, tatto, gusto, gravità. Non possiamo non essere che noi stessi, ed ha altre fastidiose limitazioni, per esempio non possiamo teletrasportarci ovunque o volare.
È la realtà in cui viviamo.
Però tantissime applicazioni tipiche del metaverso possiamo ottenerle anche in realtà aumentata. Qualsiasi oggetto del reale ad esempio può avere proprietà nuove, il nostro shopping può avere punteggi e classifiche da videogame, possiamo mettere un “tema” alla nostra città e vedere sui muri quello che vogliamo.
Farci pagare per vedere pubblicità sui cartelloni che ci interessano davvero, non messe a caso, per la massa. Le pubblicità saranno interattive.
I negozi possono mostrare degli stewart virtuali in grado di comunicarci, se lo vogliamo, sconti, offerte e promozioni. Potremo interagirci e parlarci.
In ristorante vedremo i menu interattivi. Vedremo i video dei piatti. Sbirciando un piatto altrui sapremo di cosa si tratta. Con un tocco sulla tastiera virtuale sapremo quante calorie ha e se è adatto ai diabetici.
Il quotidiano che abbiamo tra le mani potrà avere video, audio, contenuti extra che i “non virtuali” non vedranno. Contenuti forniti dalle stesse restare e da altre, indipendenti.
Potremo incontrare chiunque in una videocall che sembrerà un’ologramma. I nostri cari sembreranno a casa nostra.
Se siamo single un’app potrebbe indicarci altri single a cui piacciamo nel mondo reale, non necessariamente a 500km di distanza.
Non ci perderemo mai più, con il mondo che ci indicherà la strada. Le funzioni sociali sulle mappe potrebbero anche farci cambiare itinerario: qui al secondo piano Maria sta dando una festa: vuoi chiedere un invito?
Davanti al cinema vedremo i trailer sui cartelloni, decidendo con più informazioni di una immagine fissa su un muro.
Quando dovremo presentare un pitch, una relazione, un’idea, avremo un gobbo elettronico a nostra disposizione che vedremo soltanto noi.
Capiremo qualsiasi lingua, leggendo i sottotitoli di cui ci parla davanti: Galattico standard
Tante cose che arricchendo la realtà ci consentiranno un mondo più simile al metaverso ma in casa nostra. Con tutti i sensi accesi.
Che ne pensate?
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