Leggendo “Star Trek: la pista delle stelle”, versione romanzata delle sceneggiature di Star Trek TOS, mi sono imbattuto con piacere nell’episodio del Dr.Korby, valente scienziato trovatosi in una brutta situazione con il suo staff su un pianeta ghiacciato.
Grazie ad una tecnologia aliena, e all’assistenza di uno degli androidi originali del pianeta degli antichi, un tale Ruk, lo scienziato riesce a salvarsi replicandosi in un androide totalmente indistinguibile dall’originale, diventando la versione immortale di se stesso.
Si toglierà anche lo sfizio di resuscitare il suo collega e di creare una stupenda ragazza dal nome Andrea.
Purtroppo nel processo lo scienziato perde completamente la propria umanità e finirà disintegrato dopo un avvincente scontro con il Capitano Kirk.
Le tecnologie necessarie ad interpretare personalmente il Dottor Korby sono ancora lontane, ma si tratta di tecnologie esponenziali: queste tecnologie hanno la peculiarità di raddoppiare i propri benefici ogni 18 mesi, secondo una associazione delle stesse alla legge di Moore.
Abbiamo dei robot umanoidi di varia fattura, ne ho parlato sia in Robotica fai da te che in L’invasione dei Geminoidi, che in Personal robot.
Quest’anno è anche prevista la presentazione del Tesla Robot di Elon Musk: Elon, dov’è il tuo robot?
Oltre alla robotica però deve essere affiancata un’altra tecnologia esponenziale: il trasferimento del cervello o meglio dei suoi dati nel robot, ne ho parlato in Immortalità.
Le tecnologie attuali ci sembrano treni a vapore, accanto al risultato desiderato del Dott. Korby, ma immaginiamo che migliorino esponenzialmente: la fantascienza potrebbe essere molto vicina.
Resta da capire se l’essere umano digitalizzato perderà poi la propria umanità: qui i discorsi sull’etica e quelli teologici si sprecano.
Riuscirà la copia a trasportare nell’emulatore cerebrale, anche la nostra umanità, la nostra dignità, la nostra coscienza, e per chi crede, la nostra anima?