È dai tempi di Emiglio che mi aspetto l’arrivo della robotica business e personale nella società. Le tecnologie però ahimè non si sono evolute abbastanza rapidamente e il bambino che sognava un amico robot ha ora più di mezzo secolo.
Ieri Elon Musk ha annunciato Tesla Bot, nome in codice Optimus, un robot antropomorfo che dovrebbe aiutare l’uomo nei lavori noiosi e pesanti che nessuno vuole più fare.
Elon Musk è di certo un personaggio controverso, con dei meriti oggettivi, ma non famoso per mantenere al 100% le promesse che fa. Il copilota delle Tesla non è ancora un autopilota, non guida da solo nemmeno lontanamente. L’uomo alla guida è ancora insostituibile.
Quindi con i robot ha bluffato? Probabilmente. Probabilmente ha fatto una scommessa che potrebbe perdere. Ha fatto male? No. Servono persone che diano spinte alla tecnologia e dicano che quello che è considerato impossibile, invece, si può fare. Se poi queste persone hanno il team e i fondi di Tesla, non è detto che non riescano quantomeno a fare grandi passi in avanti.
Il robot Tesla (un manichino per ora) è di certo un mockup avveniristico: non assomiglia per niente ai robot ingombranti di Boston Dynamics. Sembra un ragazzetto adolescente. Sarà costruito in materiali ultraleggeri, peserà 52Kg e sarà alto 172cm circa. Il tutto, elettrico, sarà tenuto in movimento da 40 motori elettrici. Potrà trasportare 20Kg e sollevarne molti di più.
L’autonomia non ci è data da sapere al momento.
Finora, nonostante l’addestramento sia fatto con le reti neurali, i robot non hanno dimostrato grande equilibrio. Anche i prototipi della Boston Dynamics hanno sempre fatto delle papere incredibili, oltre alle prodezze dei video dimostrativi. Inoltre non si sono mai visti operare in un ambiente casalingo, pieno di oggetti fragili e ostacoli.
Questo non mi fa ben sperare per una testa a display che potrebbe cocciare violentemente sul pavimento.
Un problema risolvibile, addestrando l’AI fino ad ottenere un equilibrio ed una agilità perfetti. Ma si può fare in un anno? Credo di no.
Secondo problema: la comunicazione. Certo, parlare al robot non sarà un problema, abbiamo in casa degli ottimi esempi come Alexa, Siri, Ok Google, in azienda posso citare la mia Userbot, ma con un robot si presentano varie difficoltà:
Se la mia alexa a volte accende la luce sbagliata o mi fa ripetere perché non capisce, immaginiamo che casini può fare un robot che non capisce un comando, magari dato in modo improprio.
“Vai in auto e prendi la spesa”, per esempio, è un compito di una difficoltà enorme: meglio un marito, con tutte le limitazioni del caso, per questi task.
Il fatto che il robot abbia delle mani “umane” non mi fa credere che al comando “Alfred, lava i piatti” questo ci riuscirà senza fare un disastro.
Credo che occorrerà educare al linguaggio l’utente, facendo in modo che i comandi impartiti al robot siano univoci e precisi. Inoltre il robot dovrà senz’altro visualizzarli in sequenza e ripeterli prima di eseguirli, e farlo sono in caso di conferma positiva.
Inoltre il robot non sarà duttile come un essere umano: potrà fare solo i task per cui la sua AI sarà stata addestrata. Se sa piantare i chiodi nel muro, per esempio, non è detto che sappia anche usare un cacciavite.
Inoltre, senza arrivare alle tre leggi della robotica, dovrà avere delle subroutine etiche. “Ammazza mia moglie mentre dorme a coltellate” o “soffoca il cane del vicino” non dovrebbero essere comandi accettabili. Questo genere di discernimento della realtà mi fa pensare che ci vorranno decenni prima di rendere un robot sicuro dal punto di vista operativo. Non oso pensare a tutti i risvolti legali di questa parte, di chi sia la responsabilità, come dimostrarla etc.
Quindi il mio ragionamento sostiene che Tesla Bot è solo hype ed è destinato al fallimento? No, affatto. Sono fiducioso in un primo Personal Robot, costoso, che sarà utile agli Early Adopters come primo test di una robotica personale. Farà poche cose, spesso male, sarà imbranato, ma raccoglierà dati per migliorare.
Benvenuti nell’era della robotica personale.
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