Il south working, il nomadismo digitale, ed altre forme nuove di lavoro in remoto, portano ad interrogarsi e ad usare spesso strumenti alternativi a quelli consuetudinari.
A me, per esempio, capita di trovarmi in giro per la Sicilia, in luoghi bellissimi, e a non aver sempre dietro per ragioni logistiche il computer: nonostante il mio MacBook Air M1 sia “quasi” un dispositivo mobile come l’iPad, vista la leggerezza e l’enorme durata della batteria, l’IPad è spesso più semplice da portare, più discreto come presenza, più utile per i social e la vita extralavorativa.
L’iPad Pro che possiedo sopperisce bene a questa mancanza, anche se potrebbe essere meglio, e certamente lo diventerà con l’evoluzione di alcune app.
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