Il postulato sopra è una specie di dogma degli sviluppatori: siamo convinti di essere i portatori della sacra parola del codice, e di essere pertanto insostituibili: ma è davvero così?
Nella preistoria, il 28 Novembre 2016, scrivevo su facebook:
In questi anni si è andati avanti, verso un movimento low e no-code che ha reso molti sviluppatori meno indispensabili, l’ingresso nel mondo del lavoro è di soglia più bassa, non serve essere geni del computer, in alcuni casi si viene paragonati ad operai. Non trovo che la questione sia un problema per i vecchi professionisti, ma per i nuovi potrebbe: ho accennato allo stato dell’arte in No code e RAD.
È nato GitHub Copilot e ha dimostrato che i primi passi del codice autogenerato sono possibili. Ha anche già creato problemi etici e vari tipi di rifiuto o di dipendenza a seconda dei casi.
Una cosa che un informatico sa sempre molto bene è che il futuro non si può fermare. I software no-code, i RAD, e copilot prenderanno sempre più terreno e saranno un problema per gli sviluppatori entry-level. D’altro canto lo sviluppo di software è sempre più complesso: una volta uno sviluppatore poteva essere un “One-Man-Band” , oggi la distinzione frontender-backender-devOps si fa netta e inevitabile.
Quindi se da un lato le cose facili, quelle per cui le macchine sono state inventate, ci saranno tolte, insieme ai task facili e noiosi, questa automazione porterà anche ad una iperspecializzazione di chi resterà indispensabile. Saremo forse meno, e forse sarà più difficile accedere al mondo della programmazione.
Sulle cose semplici non ci sarà più lavoro: le macchine impereranno, ma questo ci libererà e consentirà di fare cose “alte”.
One thought on “I developer non saranno mai sostituiti da macchine.”