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Lavorare con iPad Pro

Il south working, il nomadismo digitale, ed altre forme nuove di lavoro in remoto, portano ad interrogarsi e ad usare spesso strumenti alternativi a quelli consuetudinari.

A me, per esempio, capita di trovarmi in giro per la Sicilia, in luoghi bellissimi, e a non aver sempre dietro per ragioni logistiche il computer: nonostante il mio MacBook Air M1 sia “quasi” un dispositivo mobile come l’iPad, vista la leggerezza e l’enorme durata della batteria, l’IPad è spesso più semplice da portare, più discreto come presenza, più utile per i social e la vita extralavorativa.

L’iPad Pro che possiedo sopperisce bene a questa mancanza, anche se potrebbe essere meglio, e certamente lo diventerà con l’evoluzione di alcune app.

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L’azienda è nelle tue mani

Ieri su LinkedIn leggevo un interessante post condotto da Leonardo Dri, sull’infelice frase “Tutti utili, nessuno indispensabile” a cui ho risposto con un commento sul DNA aziendale:

Quando una persona lascia un’azienda, lascia un’azienda già diversa da quella che ha appena abbandonato. Ogni partenza o arrivo, anche apparentemente irrilevante, modifica l’organismo azienda nel DNA, e l’azienda diventa differente. Ognuno di questi cambiamenti può essere un’evoluzione o un’involuzione, ma non è mai gratis e causerà sempre dei problemi.

Ricardo Antonio Piana

Il mio pensiero sull’indispensabilità del singolo è diametralmente opposto alla frase di rito: quando qualcuno lascia l’azienda, l’azienda ha fallito.

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