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Quattro passi nel tempo

Leggevo un articolo semplice, tutte cose risapute, sul tempo e la velocità.

E mi è venuto da guardare indietro al tempo che ho attraversato. Accompagnatemi in questa passeggiata.

I computer. Oggi ci sembra naturale averli intorno.

Non era così e gli home computer furono una autentica rivoluzione.

Allora si collegavano tra loro solo quelli grandi ed importanti, quelli militari.

Qualche matto iniziò a far parlare gli home computer. L’hardware fu semplice, il software non esisteva. Iniziarono a nascere i protocolli.

Io mi ci buttai e aprì il mio primo BBS. Era bellissimo, mi dispiace di non averlo più.

I messaggi erano brevissimi testi. Era tutto molto asincrono, molto lento, ma era una cosa assolutamente nuova.

Vennero altri modi di comunicare: una rete di BBS, e il videotel SIP. Era un aggeggio demoniaco per scriversi messaggi lentissimi. Democratizzò un po’ la comunicazione cibernetica.

Finalmente arrivò internet, osteggiato in italia dalla tassa di concessione governativa di allora, un modem era equiparato ad un ufficio del telegrafo.

La tassa in breve andò via per fortuna.

Internet era molto read-only, il lato server, al di fuori dell’html era difficile per molti e costoso.

Le discussioni erano racchiuse nelle mailing-list, io ne fondai una di poeti: nonsolopoesia. Aveva anche un sito html che aggiornano a mano, con le poesie degli autori della mailing-list.

Il vizio della poesia l’ho mantenuto: ho anche pubblicato una raccolta: Autopubblicazione

Iniziai a automatizzare il lavoro scrivendo degli script CGI (Common Gateway Interface) in cui sempre solo io postavo ma con un sistema di form.

Feci in modo perfino di postare automaticamente su un newsgroup di poesia. Ì newsgroup allora andavano forte ed erano una buona forma di pubblicità per il sito.

Perl iniziò ad essere più diffuso del C per il web e fu una rivoluzione epocale: iniziarono a democratizzarsi degli strumenti in fasce che abbiamo ancora oggi: CMS, blog e forum.

Era sempre roba piuttosto da addetti ai lavori e c’era la mania di chiamarli tutti con YA iniziali: Yet Another Content Mamagenent System etc.

Finalmente venne PHP e fu un successone. Lasciava scrivere degli orrori misti tra codice server e client e fu la fortuna di tutti gli spaghetti coder alle prime armi.

I cms si sprecavano, ognuno aveva il suo e anche i forum di discussione. Ricordo PHPNuke l’antesignano di WordPress, e phpBB un forum.

Nel frattempo nelle chat imperavano IRC e ICQ.

La gente inizio ad abituarsi a usare internet e a comunicare autonomamente con esso. Alcuni diranno che allora c’era più educazione. Secondo me eravamo soltanto pochi.

Vennero le big tech, allora erano piccoline. In 5-6 anni si diffuse Google (e meno male, cercare su Altavista Virgilio e Arianna non dava grandi risultati) arrivò myspace, nelle chat imperava MSN che era quasi già vecchio allora, c’erano una moltitudine di forum su piattaforme altrui e le prime piattaforme di blogging tipo Splinder.

I tempi erano maturi per farsi derubare della proprietà dei contenuti e arrivò Zuckerberg con un autentico aspirapolvere di testi: nacque Facebook.

Finimmo così nel “web 2.0” quello dei social e subito dopo delle app. Tutto su piattaforme proprietarie, molte delle quali ci sono ancora oggi.

Siamo arrivati così si giorni nostri: Facebook cade a pezzi ma è ancora lì, Twitter pare lo stia comprando Elon Musk, qualche pazzo ha creato il “fediverse” un social distribuito. Bella idea ma con un po’ di ritardo.

Incuriosito con un amico ne ho messo su una istanza anche io ieri, Orwell.fun: il nostro fediverso

Si va verso una comunicazione più immersiva: un metaverso. Ma per ora non è ancora in via di mass adoption e non c’è una piattaforma che avrà sicuro successo, si sperimenta. Io spero in Un metaverso libero e distribuito

Grazie di aver fatto quattro passi con me.

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